Mai come oggi il tema della rivincita della natura sull’uomo è stato così sentito, discusso e temuto.
L’opera che incarna perfettamente questo concetto è esposta in Piazza Municipio, uno dei luoghi più rappresentativi di Napoli. Nonostante la piazza oggi sia deserta nel rispetto delle normative governative indotte ad ostacolare la diffusione del nuovo coronavirus, l’istallazione, nelle settimane precedenti all’emergenza sanitaria, è riuscita a guadagnarsi un grande successo morale e artistico. Creata dell’artista cinese Liu Ruowang dal titolo “Cento Lupi, l’opera vede ben cento lupi di metallo dal peso di quasi trecento chili l’uno che minacciano un uomo che, da solo, tenta (probabilmente invano) di difendersi con un oggetto a forma di ombrello. L’opera intende rappresentare metaforicamente la feroce risposta da parte della natura nei confronti dell’essere umano, accusato di essersi rivelato insensibile nei confronti del pianeta e della vita in generale.
Nonostante le minacce del coronavirs e la scomparsa dei visitatori, l’opera ha comunque guadagnato una grande importanza geopolitica e culturale. Infatti nel 2021 si festeggerà il mezzo secolo di amicizia tra Italia e Cina e, a quanto dicono le Istituzioni, sembra che l’evento (virus permettendo), sia oggetto di tante iniziative artistiche sia qui sia in Oriente.
Per ciò che rappresentano i lupi nella nostra cultura il messaggio potrebbe indurci ad un fraintendimento, perché, come spiega l’artista Liu Ruowang, l’immagine di questo animale nella cultura cinese, è associata al lavoro di gruppo e alle forme elevate cooperazione e non alla cattiveria o alla ferocia. Un’interpretazione allegorica del lupo sicuramente molto più razionale di quella che si ha nei Paesi occidentali.
Spero che quando terminerà questa emergenza sanitaria ci sarà per qualcuno ancora la possibilità di vedere quest’opera che dovrebbe restare esposta fino al 31 maggio e apprezzarne non solo la bellezza e la potenza, ma anche, anzi, soprattutto, il suo elevato messaggio etico.
Antimo Pappadia