Oggi, 15 marzo 2020, alle ore 18.00, il sito della Protezione Civile ha come di consueto snocciolato i seguenti dati in merito alla diffusione del nuovo Coronavirus che sta tenendo sotto scacco l’intera umanità.
Su 24747 casi totali, 1809 sono deceduti, 2335 sono guariti, pertanto le persone attualmente positive conclamate sono 20603
Dei 20603 casi positivi conclamati, 9268 si trovano in isolamento domiciliare, 9663 ricoverati con sintomi, 1672 in terapia intensiva.
Una cosa che sta facendo molto discutere in queste ultime ore è la linea “Darwiniana” intrapresa dalla Gran Bretagna. In particolare le parole espresse dal primo ministro Boris Johnson: “Preparatevi a perdere i vostri cari” hanno fatto molto discutere, oltre, ovviamente, ad aver alimentato paure per il futuro dell’umanità.
Dobbiamo però riconoscere che esistono sostanzialmente due diverse strategie di difesa per combattere la diffusione di un virus:
-Una è la formula cinese/Italiana che punta all’isolamento urbano per ridurre al massimo la possibilità di contagio e di espansione della malattia.
–L’altro è il metodo “Darwiniano” che vorrebbe adottare la Gran Bretagna, e cioè quello di lasciare che il virus faccia il suo corso naturale in modo tale da contaminare subito gran parte della popolazione, ma al tempo stesso permette alla stessa (quella più forte), di sviluppare la cosiddetta immunità di gregge.
Comprendere se per la collettività sia complessivamente migliore la strategia adottata dall’umanissima Italia o quella cinica che vorrebbe mettere in campo la Gran Bretagna è presto per dirlo, tuttavia una riflessione è d’obbligo. Nel 1980 l’Italia vantava in terapia intensiva di 922 posti letto per ogni 100.000 abitanti. Con i frequenti e dissennati tagli alla sanità si è giunti al 2013 quando i posti erano ridotti dei tre quarti. In seguito agli altri tagli avvenuti negli ultimi anni dai vari governi, oggi, non mi è stato dato sapere con precisione quanti posti letto ci sono con certezza nella terapia intensiva…
Inoltre, la strategia ambigua della Germania, potrebbe proprio essere spiegata dal fatto che il popolo tedesco, in terapia intensiva, vanta circa il quadruplo dei posti letto rispetto all’Italia. Una capacità di cura che il nostro Paese non ha più ma che possedeva quaranta anni fa…
Personalmente non so quale delle due sia la strategia complessivamente più efficace contro questo maledetto virus, e non so neppure se la sanità italiana avesse avuto le stesse risorse degli anni Ottanta cosa avrebbe deciso di fare. Tuttavia mi piace pensare ad uno Stato che si preoccupa dei più fragili, degli ultimi e di quelli che hanno meno possibilità economiche per curarsi. Per quanto mi riguarda la prima battaglia l’Italia l’ha già vinta ed è quella umana.
Antimo Pappadia