Gio. Nov 21st, 2024

Il Piccolo Museo della Poesia è un sogno. È un viaggio ad occhi aperti nel grande mare dei nobili versi italiani, ma non solo, dal novecento ad oggi. È un luogo magico dove sono custoditi antichi manoscritti, autografi, riviste e documenti appartenuti, tra gli altri, a Ungaretti, Montale, Leopardi a disposizione di tutti. Contiene le maggiori riviste letterarie dal novecento a oggi, e innumerevoli volumi di poesia.

È stato inaugurato il 17 maggio 2014 in via Pace 5, a Piacenza, frutto della grande utopia del suo fondatore: Massimo Silvotti, poeta, filosofo e pittore che ha dato vita ad un’istituzione riconosciuta dal ministro Franceschini come unica in Italia, e, come riportato da tanta stampa, in Europa.

Già dal suo inizio ha raccolto importanti adesioni di poeti italiani del calibro di Tiziano Rossi e Gianpiero Neri, decani illuminati della poesia italiana e si fregia di avere come presidente del Comitato Scientifico Guido Oldani, il padre del Realismo Terminale, movimento poetico e culturale del duemila, presente già nelle antologie scolastiche delle scuole superiori.

Questo a dimostrare come il Piccolo Museo sia all’avanguardia delle avanguardie, ospitando mostre che contaminano poesia, teatro, pittura, scultura, fotografie, avendo importanti collaborazioni con il MUDEC, con le Accademie di Brera e di Carrara e con i Festival Internazionali di Poesia più importanti d’Italia, avendo esportato diversi eventi fuori sede come la grande mostra “Ungaretti e la grande Guerra” al Palazzo Ducale di Lucca.

Ha ospitato centinaia di poeti, non solo italiani, con reading e presentazioni, anche nelle piazze di alcune città quali Piacenza, Cremona, Lodi e Milano e in diverse città italiane , da Nord a Sud. Nonostante il precoce successo e la celebrità di cui ha subito goduto presso gli ambienti letterali nazionali e non solo (è conosciuto in molte realtà universitarie tra cui la Columbia University di New York), non avendo fondi pubblici, ha rischiato di chiudere.

Il direttivo, formato oltre che da Massimo Silvotti, da Sabrina De Canio, Giusy Cafari Panico, Domenico Ferrari Cesena, Antje Stehn, Doriana Riva, ha organizzato delle manifestazioni in favore della salvezza del museo, di rilievo nazionale e di grande impatto. Sono state infatti delle vere e proprie maratone di lettura dal titolo evocativo “La piuma sul baratro” di ben 25 ore ininterrotte, all’aperto, che hanno coinvolto nel mese di ottobre del 2016 e del 2018 centinaia di poeti provenienti da tutte le regioni di Italia.

Questa moltitudine di artisti ha prestato la propria voce e le proprie opere, giorno e notte, per raccogliere fondi e sollecitare le istituzioni pubbliche a finanziare le attività del museo, il cui affitto scadeva nel 2019, senza possibilità di rinnovo.

Che fare? La soluzione estrema. Per non chiudere il Museo ( l’affitto scadeva il 31 dicembre 2019) il direttore si è dichiarato disposto a regalare tutto il patrimonio ivi contenuto in cambio di una sede.

Solo per salvarlo.

La prelazione era per l’amministrazione comunale di Piacenza, ma si sa, la burocrazia, i tanti impedimenti che fanno spesso male al nostro bel paese potevano opporsi al mantenimento della naturale collocazione del Museo, nel crocevia tra Lombardia, Emilia, Piemonte e Liguria, nella città dove siamo nati, od originari, noi del direttivo. La spinta a tentare l’impossibile è stata un grande evento, quello dell’”Infinito finite volte”. Un’altra notte, quella dei simpatizzanti del museo a celebrare il genio di Recanati, con la performance del direttore a recitare senza fermarsi il capolavoro leopardiano dall’alba al tramonto fino a sfinirsi.

Ma ancora nessun riscontro ufficiale per la nuova sede.

Ecco allora che i poeti del Museo si sono rivolti al Sommo Poeta, Dante Alighieri con due marce poetiche

Quindi la nuova sfida: una manifestazione corale, finalmente non politica. Il 14 settembre 2019 con partenza da piazza S. Maria Novella, almeno un centinaio di poeti provenienti da tutta l’Italia hanno marciato attraverso il centro storico di Firenze, in assoluto silenzio, vestiti di blu, il colore simbolo del museo. E poi ancora, in un’altra occasione nel novembre successivo, recitando per le strade, a Ravenna, dove riposa il Poeta nella sua tomba monumentale.

Una lotta estenuante per sopravvivere.

Poi finalmente il lieto fine. Il 22 gennaio 2019 la Diocesi di Piacenza, la Banca di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano hanno firmato un importante accordo che stabilisce la sede del museo nella chiesa sconsacrata di San Cristoforo, alla cui costruzione a struttura circolare che risale agli ultimi anni del Seicento e alle decorazioni, hanno lavorato nelle varie epoche, l’architetto Domenico Valmagini, Ferdinando Galli detto il Bibiena, Cristoforo Appiani e altri. E che finanzia i restauri e le spese ordinarie per far brillare ancora di più un gioiello vero e proprio. Una sede splendida è l’epilogo di una fiaba moderna di un manipolo di persone che hanno creduto nel loro sogno. Un sogno chiamato Poesia. In maggio è prevista l’inaugurazione, la presentazione al mondo di una realtà che si propone sempre di più come casa per tutti i poeti, italiani e stranieri, e per tutti gli appassionati. W la poesia!

 

Giusy Cafari Panico

Direttivo del Piccolo Museo della Poesia

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