Un omicidio efferato, una galleria di personaggi pittoreschi, il terremoto che nel 2012 ha messo in ginocchio un intero territorio: tutti questi elementi si intrecciano nel nuovo romanzo di Luca Marchesi. “Un lingotto rosso sangue” (BookRoad) è un thriller ricco di mistero in cui il presente del 2012 si alterna al passato del 1945 e del 1960. In questo passato ritroviamo elementi naturali tipici della Bassa modenese quali il bosco della Saliceta – e il “mitico” Olmone – accostati a quelli di un folclore esoterico le cui radici sono presenti ancora oggi, sebbene occultate da un hi-tech che sembra cancellare ogni traccia di magia.
Tutto ha inizio con l’omicidio di un’impiegata dalla vita apparentemente normale: Antonietta Ferraresi viene trovata morta sulla pista ciclabile dove è solita fare jogging. Sul caso indaga il maresciallo Milano che si trova a scavare nella vita della donna e di una provincia che racchiude torbidi segreti. Per il carabiniere sarà come aprire un vaso di Pandora dove persino la speranza sembra fuggire insieme ai mali. Durante le indagini, tra una scoperta e un colpo di scena, accade quello che nessuno si sarebbe aspettato: il terremoto che la Bassa non dimenticherà mai.
L’autore ci restituisce gli accadimenti di quei terribili giorni di maggio, senza perdersi in dettagli superflui. Ci ricostruisce un evento così potente che rischia di far dimenticare il “caso-Ferraresi”. Milano, però, continua a seguire la pista che lo porta sulle tracce di papabili sospettati: dal bibliotecario Lino Gatti a Lisa, la titolare di una cartolibreria esperta in arti marziali con “doti particolari”, passando per il laido geometra comunale (e altri laidi personaggi). Nel romanzo troviamo anche tre persone della realtà che hanno un ruolo attivo all’interno della storia: i giornalisti Elena Benassi e Pierluigi Senatore e il compianto scrittore Giuseppe Pederiali. Si tratta di un inserimento, curioso e azzeccato, che contribuisce a rafforzare la credibilità del romanzo, già ben costruito e dallo sviluppo coerente.
Mistero e magia si intrecciano senza soluzione di continuità: il rapporto tra Milano e la “strega” del paese, la bellissima Paola, è fondamentale sia nello svolgimento delle indagini sia per lo sviluppo della sottotrama sentimentale.
Al termine della lettura si ha l’impressione che qualcosa resti sospeso, forse fagocitato dal Ciribecco, il mitico mostro di nebbia citato da Marchesi. È un senso di sospensione legato alle percezioni dell’irrazionale che irrompe nella nostra vita costringendoci ad accettare ciò che sfugge al nostro sentire più concreto.
“Un lingotto rosso sangue” è un thriller denso di eventi, evocatore di un passato “mitico”, ma anche di un presente che indossa maschere piene di fratture. A volte il lettore ha l’impressione di vagare nella nebbia, ma poi Luca Marchesi ci tende il filo che ci permette di uscire da un labirinto complesso, ma pieno di fascinazione. Il tutto accostato a quei personaggi che possiamo trovare nella Bassa, con il loro parlato e il dialetto che non si fa dimenticare.
La scrittura è diretta, concreta e incisiva, a tratti anche divertente; dipinge scenari che “non hanno bisogno di parole”. A un bel mestiere di cesello si accosta il cuore: il romanzo è anche un omaggio alla Bassa che Luca Marchesi porta nella penna e fa diventare un personaggio vivo a tutti gli effetti. Lo fa con un affetto sincero e sentito e il lettore lo sente.
A proposito dell’autore: Luca Marchesi è laureato in lettere, ex libraio, giornalista di professione, ha all’attivo la Trilogia della Bassa, edita per Leone Editore e rivolta a un pubblico di ragazzi: “L’ultima notte di nebbia – Il mostro e le streghe della Bassa” (2009), “La maledizione della pioggia – Le sirene e le streghe della Bassa” (2010) e “La battaglia finale – I Tempestari e le streghe della Bassa” (2011). Con il thriller “Un lingotto rosso sangue” Luca Marchesi approda alla narrativa per adulti.
Roberta De Tomi