Gio. Nov 21st, 2024

Politici e i sindacalisti sono progressivamente decaduti, nell’immagine popolare, almeno da 30 anni.

In dieci anni (1984-1994), abbiamo assistito alla morte del più amato leader della Sinistra, Enrico Berlinguer (1984), alla caduta del Muro di Berlino (1989), all’inchiesta “Mani Pulite“, e al conseguente rapido e drammatico declino di Bettino Craxi (1992) …

… noché alla “discesa in campo” di un leader, Silvio Berlusconi (1994), che alle prime poteva sembrare altamente improbabile: alcuni hanno voluto interpretare la sua “resistibile” ascesa come effetto del gusto scadente introdotto dalla tv commerciale (Canale 5 data dal 1980).

 

Insomma, ce n’era abbastanza per sfinire i militanti della Sinistra, ovvero coloro che maggiormente avevano creduto in una politica di progresso e sviluppo, e per sfilacciare prograssivamente il corpo sano dell’opinione pubblica.

Parallelamente, si innestavano nel popolo italiano robuste dosi di modernità (in realtà fin dal Sessantotto e dal referendum sul Divorzio del 1974, come aveva costantemente rilevato Pier Paolo Pasolini). E la modernità accompagna solo parzialmente progresso e sviluppo, risultandone per altri versi agli antipodi.

Il moderno è “trendy“, ma non automaticamente “giusto”.

Esiste il fondato sospetto che battaglie legittime e in parte condivisibili, come quelle per le Famiglie Arcobaleno, abbiano sostituito, inconsapevolmente o dolosamente, le classiche iniziative politico-sociali a beneficio del proletariato e del sottoproletariato, o, per dirla altrimenti, a beneficio dei poveri, che non generano quasi mai, se fatte con competenza e discrezione, la popolarità necessaria.

I poveri hanno poco tempo per i Social, e li ritrovi, semmai, a farsi una birra al bar del paese, o del quartiere.

L’idea che i Politici e i Sindacalisti stiano lì a difendere le proprie carriere e i propri redditi (bene che vada!, perché si può fare molto di peggio) è quindi figlia del disincanto e della modernità

“Ai miei tempi” (quelli del Domizi teen-ager negli anni ’70, e poi studente universitario negli ’80) contro di essi si poteva dire di tutto, ed anche cose decisamente infamanti, ma l’accusa che stessero lì per loro stessi, o che guadagnassero troppo, era assolutamente secondaria.

Io non l’ho mai sentita rivolgere a Berlinguer, ma neanche a Cossiga e Andreotti.

Sapevamo tutti, o quasi, che i temi e i problemi VERI erano altri.

Tuttavia, i posti di potere non riguardano solamente l’apice della piramide, ma anche il suo centro, e scendendo dai “massimi politici” e “massimi sindacalisti” ai “peones”, ci si poteva imbattere nell’accusa “classica”: quella di essersi “venduta“, ad esempio, una vertenza …

… anche ingiusta, a volte, perché una battaglia sindacale non si basa solamente sulla creatività necessaria a risolvere i problemi, ma, più abitualmente, sui rapporti di forza: considerando la potenza e le mosse dell’avversario, si potrebbe legittimamente decidere di portare a casa un minimo, invece che niente, perché anche quel minimo può risultare utile ad esistenze economicamente precarie.

E’ il tema del bellissimo 7 MINUTI, di Michele Placido, tratto da una storia vera: https://it.wikipedia.org/wiki/7_minuti .

 

Esiste pertanto una differenza sostanziale:

a) le figure dirigenziali “si vendono” spesso in quanto, “rammolliti dagli agi”, più non comprendono la vita della gente, e si trovano pertanto a legiferare, o a prendere decisioni, lontanissime dalla realtà quotidiana (vale per i politici, per i sindacalisti e per i giornalisti, ma in questo momento anche i giudici stanno contibuendo a volte ad accrescere “la distanza”)

b) scendendo lungo la piramide, “si vendono” piccole e grandi cause collettive, ad opera di politici, sindacalisti e giornalisti (“minori” rispetto ai precedenti), avvocati, manager e amministratori vari; in questo caso, sebbene il danno economico sia spesso meno rilevante, non è comunque il “rammollimento inconsapevole“, ma una ben precisa scelta di campo, a fare la differenza … e si tratta pertanto dei classici “venduti”, a cui si sono ingloriosamente aggiunti anche divi e divetti del calcio, a partire dal “Totonero” del 1980 (le date, se ci fate caso, sono sempre quelle!):

https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_italiano_del_calcioscommesse_del_1980 .

Esistono tuttavia anche i casi di coscienza.

Un politico che avesse precedentemente voluto la chiusura dell’ILVA per motivi sanitari e ambientali, e poi, a contatto diretto col collasso economico, cambi idea … o il collega che faccia magari il percorso contrario, e si accorga quindi a un certo punto che quelle produzioni sono oramai insostenibili, sono anch’essi dei “venduti”?

I compromessi in cui si cede da una parte, per ottenere risultati dall’altra, sono una manifestazione di cedevolezza?

Per quanto riguarda questi casi, invito sempre a ragionare sul tema dell’ “ideologia”, che è poi quello che ha unificato i miei vari interventi su Pòlis.

Se una persona cambia ruolo, e quindi comincia a vedere problemi e processi “dall’altra parte”, o comunque in un’ottica diversa, comincerà fatalmente a cambiare idea: anche senza dover scomodare agi, vantaggi e corruzioni.

Il suo nuovo “essere sociale” condizionerà lo sviluppo delle idee e delle opinioni.

Ho in serbo una proposta da anni, che sembra solamente provocatoria, ma sarebbe in realtà una mano santa per la politica: tutti gli esponenti “di spicco”: Parlamentari, esponenti importanti della Regione e del Comune, Giudici, Giornalisti, ecc., dovrebbero svolgere i loro ruoli dal 01 al 27 del mese, ma dal 28 al 31 dovrebbero svolgere un ruolo di “servizio” (aiuto-barista, aiuto-cameriere, aiuto-camionista, aiuto-giornalaio) … non pretendo che si tratti di lavori fisicamente pesanti, ma che predispongano a mettersi, senza mezzi termini, al servizio delle persone e della risoluzione quotidiana dei problemi.

Si tratterebbe di 41 giorni l’anno. (42 nei bisestili).

E nel mese di Febbraio va di lusso! (A Dicembre, si manca, per forza di cose, il cenone con gli amici e con i famigliari, come avviene, sempre per forza di cose, a tantissima gente.)

Il fenomeno di chi “si vende”, specialmente se lo fa in modo inconsapevole, a mio avviso si ridurrebbe drasticamente.

E comunque, da quando ho fuso la macchina e prendo spesso il mitico Cotral (le corriere del Lazio, che scarrozzano in equilibrio precario studenti e lavoratori per tutto il Lazio), di grandi e piccoli “decisori” non ne ho mai incontrati. Vorrà dire qualcosa?

 

 

Gianfranco Domizi

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