Comprare: acquistare, dare del denaro per ottenere un bene.
Leggere: riconoscere dal segno della scrittura le parole, intenderne il significato.
Giungere primi.
In una gara, a un appuntamento, nella vita.
La classifica comanda la nostra giornata, la nostra vita.
Guardare tutti dall’alto verso il basso: che soddisfazione!
Per quanto tempo, però?
Un secondo, un minuto? Una settimana?
E poi?
Ecco che l’affannosa rincorsa ricomincia e magari non abbiamo nemmeno sentito lo sparo dello starter.
Ed eccoci ad annaspare per la gioia di un altro che si è arrampicato più in fretta sul gradino alto.
Una recente classifica (appunto!) afferma che in Italia si acquistano molti libri.
Benissimo, ottima notizia. Forse la migliore.
Un’altra classifica, però, afferma che in Italia si legge poco, pochissimo. Quasi nulla.
LA notizia peggiore.
Lasciamo stare il fatto che, ormai, tanti (troppi) abbiano deciso di prendere mouse e tastiera e riversare su carta parole (spesso) sgrammaticate.
Ormai leggere “Io o comprato” o “Se io gli avrei detto” non fa più gridare allo scandalo, purtroppo sono diventate come l’ombelico della Carrà, fanno a malapena sorridere…
Come mai compriamo tanti libri se poi li releghiamo a meri ammassi di polvere accumulatasi in decenni?
Per farci vedere dagli altri? Perché una libreria stracolma fa più effetto della mitica collezione di farfalle?
Spesso quando vado a fare un giro nella mia città vedo negozi di abbigliamento, musica e videogiochi stracolmi.
E librerie praticamente deserte…
Però…
Se una persona in vista, poniamo un cantante, un calciatore o un attore, decide di presentare il suo libro al pubblico… ecco che avviene il miracolo.
In ogni dove: librerie, centri commerciali, piazze, locali…
La folla accorre e le copie si esauriscono in pochi minuti.
Ognuna con dedica e, magari, ci scappa pure la foto con l’autore.
Poi il libro giunge a casa e trova posto nella onnipresente libreria.
E poi, un bel giorno, qualcuno lo leggerà. Forse…
100 copie vendute, 5 copie lette.
Una proporzione troppo drammatica?
Forse.
E… se non lo fosse?
Roberto Baldini