Giovane, giovanile, anziano, vecchio.
Sostantivi che riguardano l’età o semplicemente momenti della vita?
C’è il giovane, cronologicamente giovane, che ha la vita davanti, ricco di entusiasmo, di volontà di fare, coltiva la ribellione alle ingiustizie con coraggio e a volte con incoscienza, è attento ad ogni cambiamento delle mode e del vocabolario e chissà quant’altro.
Poi c’è il giovanile, caratteristica dell’autunno della vita, con cui viene additato chi ha atteggiamenti simili al giovane senza effettivamente esserlo, dimenticando però, che il giovanilismo come tale, è un’ostentazione di comportamento, una esplosione di vanità e non una vera giovinezza del cuore e della mente, che nulla ha a che vedere con la freschezza o meno, del viso.
Ma questa è un’altra storia.
Fino alla fine degli anni 60 e all’inizio degli anni 70, i giovani erano considerati poco o niente, non si dava per certo che fossero capaci di opinioni, non venivano infatti né ascoltati , né tantomeno consultati. Indossavano abiti rifatti da quelli dismessi degli adulti e tanto altro.
Ma poi accadde quella che venne chiamata rivoluzione giovanile. E gli adulti, tanto rispettati, forse anche per timore, divennero il nemico. Quindi… musica giovane, moda giovane, pensiero giovane, e ai giovani fu dato di entrare in un mondo fino ad allora negato. Ma come tutte le rivoluzioni che portano allo stravolgimento di un sistema, ne creano un altro, spesso anche questo come il precedente, mancante di equilibrio. E allora? ampio spazio su tutti i fronti ai giovani.
Ma sì, mettiamoli da parte gli anziani! Hanno fatto il loro dovere, hanno vissuto, hanno dato ciò che potevano, ma adesso :- Largo ai giovani!
Ma Il giovane, pur essendo meraviglioso , manca di qualcosa che nessuno, se non la vita, gli potrà mai dare: l’esperienza. E cosa è l’esperienza se non quella cosa che insegna che quando ti sei scottato con l’acqua bollente, ti devi avvicinare con prudenza anche all’acqua fredda.? Che cosa è l’esperienza se non quella cosa che ti regala le antenne, che ti dà la conoscenza che, senza base non può esistere altezza?
Conoscenza ed esperienza.
Due parole senza le quali però non si può crescere, ma che dovrebbero essere distribuite senza superiorità ed arroganza, e regalate con l’umiltà che deriva dalla saggezza del tempo vissuto. E questo non sempre succede.
Una volta l’anziano veniva circondato dai giovani che stavano ad ascoltarlo con gioia e con il rispetto del silenzio, per imparare la storia vissuta sulla pelle; ma il mondo va veloce, più veloce della luce e quindi cosa importa conoscere il passato a chi è padrone del futuro?
Il maestro di bottega insegnava l’ABC, la gavetta era scuola non già di lavoro, ma di vita. Oggi la gavetta non esiste più e forse tanti ragazzi non ne conoscono neanche il significato e l’ABC è rimasto sui banchi della scuola elementare.
-“Ma se questa esperienza spesso ha portato solo male: corruzione, imbrogli, prevaricazioni …”
Questo dicono i giovani, e senza avere completamente torto. Per colpa di pochi o forse anche di molti, l’esperienza è diventata una moneta senza valore, una moneta che non è ancora andata al macero, ma messa in una teca, tra i ricordi. E allora? “Largo ai giovani” sicuramente, ma non in maniera invadente ed imperante, come se fossero nati unicamente da se stessi.
Far convivere nel mondo del lavoro la gioventù, con la sua bellezza fisica ed interiore, e l’età di chi giovane non è più, ma neanche giovanilista (per sua natura poco saggio) Un anziano ed un giovane che camminano insieme per costruire un mondo che si spera possa migliorare.
E il vecchio? Il vecchio trova ancora una ragione per andare avanti, ha ancora un valore se può raccontare se c’è chi lo ascolta, se può distribuire conoscenza ed esperienza. Non può far parte della vita attiva, ma può riattivare la vita.
Forse varrebbe la pena di ricordare quel detto: Sei come ero- sarai come sono. —
(Nadia Farina)
(Nella foto opera di Nadia Farina)