Statistica: scienza che studia con metodi matematici fenomeni sociali collettivi e trae le sue conclusioni in base a indagini dirette, ipotesi, analogie e simili.
Definizione un tantino arzigogolata ma direi che tutti abbiamo capito di cosa si parla.
Le statistiche possono essere migliaia. Anzi, direi infinite.
Eppure, in questo spazio, voglio soffermarmi su di una in particolare. Quale?
Presto detto…
Quante volte vi pongono questa domanda, quante volte l’avete letta sul web, magari in un gruppo, un forum?
Ed eccola, la fatal domanda: quanti libri leggete in un anno?
C’è chi dice un paio, chi qualcuno in più, chi qualche decina…
Chi legge solo in vacanza, sotto l’ombrellone o in riva a un ruscello.
Leggere in città, con il lavoro, la famiglia, il traffico, lo smog?
Sembra impossibile.
Chi legge un solo autore, chi un solo genere.
Chi aspetta che esca il film, tanto è la stessa cosa. Anzi, è meglio e si fa meno fatica.
E poi ci sono i lettori forti, quelli da centinaia di libri all’anno.
Quasi non ci si crede, vero?
Eppure esistono e, detta così, dovrebbero essere persone da ammirare perchè preferiscono gettare lo sguardo su carta profumata piuttosto che su uno schermo a cristalli liquidi, in cerca del famoso quarto d’ora di Warhol.
Invece vengono criticati. Aspramente criticati.
Ho assistito a una discussione su questa mitica domanda e le risposte sono state molteplici. La maggior parte negative, purtroppo.
“Ma chi ci crede?!”
“Ma finitela!
“Cos’è, leggi quattro libri al giorno?”
“E chi se ne frega?”
“E quando lavori?!”
Ve lo giuro, sono rimasto senza parole.
Posso capire la sorpresa nel leggere certe cifre, su questo non mi voglio soffermare.
Quello che mi ha stupito, e fatto male, è stato leggere in quelle parole un odio che era, purtroppo, palpabile.
Nonostante lo schermo mi dicesse che quelle parole fossero distanti centinaia di chilometri… vi posso assicurare che le sentivo lì, accanto a me.
E ne ero dispiaciuto.
Cosa spinge una mente ad attaccare in quel modo per aver letto qualcosa che, semplicemente, non rientra nell’ordine delle idee di chi legge quelle parole?
Ok, leoni da tastiera eccetera, ne abbiamo letto e sentito parlare mille volte, ma non fermiamoci qui.
Cosa ci spinge a disprezzare ciò che è diverso da noi? Chi non la pensa come noi?
Da dove arriva questo malefico impulso?
Perché è più facile criticare che credere? O capire?
Forse sono troppe domande per un articolo solo, però mi girano in testa da un bel po’ e, credetemi, le risposte arrivano numerose.
E troppo in fretta.
E voi? Avete già scelto la vostra?
Roberto Baldini