Gio. Nov 21st, 2024

Ahi, saudade, saudade!

Con questo termine, e forse impropriamente , vado a definire quel senso di malinconia, quella strana sensazione che ci prende ad agosto e che è stata definita “august blues”.

Forse in modo un po’ azzardato perché, come tutti sanno, saudade  è un termine che deriva dalla cultura lusitana, prima galiziana e portoghese e poi brasiliana, che indica una forma di malinconia, un sentimento affine alla nostalgia.

Etimologicamente, deriva dal latino solitùdo, solitudinis, quindi solitudine, isolamento che è determinato da un ricordo che affiora, ma che nello stesso tempo determina il ricordo stesso, nostalgico e affettivo, di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi in una dimensione quasi mistica.

Ben lo sapeva Pessoa, personalità complessa e scrittore portoghese eccelso che, come ben si sa, ha scritto buona parte della sua opera sotto eteronimi, ovvero personalità inventate dallo stesso autore dotate di una biografia e di una cifra stilistica differente: Ricardo Reis, Alvaro de Campos, Bernardo Soares e Alberto Caeiro. Tutti Pessoa, nessuno è Pessoa.

E a proposito di saudade, così Pessoa, con lo pseudonimo di Alvaro de Campos, si esprime nella poesia del 1915, L’Ode Marittima, che è al contempo, malinconia, nostalgia e amore infinito per la vita:

 

Ah, ogni molo è una nostalgia di pietra!
E quando la nave salpa dal molo
e ci si avvede all’improvviso che si è aperto uno spazio
tra il molo e la nave.
Mi viene, non so perché, un’angoscia recente
una nebbia di sentimenti di tristezza
che brilla al sole delle mie angosce ingiardinate
come la prima finestra su cui batte l’alba,
e mi avvolge come un ricordo di un’altra persona
che fosse misteriosamente mia.

 

Nessuna parola in italiano è in grado di racchiudere ed esprimere il sentimento generato dal ricordo pieno di affetto, ma che al contempo fa male. Nella lingua portoghese questa sensazione è rappresentata, appunto, dalla parola saudade.

Ma al raggiungere la comprensione, se non completa, ma almeno comprensibile del termine, e mi scuso per questo gioco di parole, ci hanno aiutato le meravigliose canzoni dei padri della Bossa Nova:

il musicista Antonio Carlos Jobim, colui che è stato il compositore di tutte le più importanti canzoni brasiliane di questo genere musicale, il poeta Vinicius De Moraes che ne ha scritto i testi e il cantante e chitarrista Joao Gilberto, colui che con il suo modo rivoluzionario di suonare la chitarra ne è stato il maggiore interprete.

Ed ecco alcuni versi, di due famosissime composizioni di Tom Jobim / Vinícius de Moraes :

A Felicidade:

Tristezza non ha fine / Tristeza não tem fim
Felicità sì…
La felicità è come la piuma
Che il vento solleva per aria
Vola così lieve
Ma ha una vita breve
Ha bisogno che il vento non finisca


 Chega de Saudade

Vai mia saudade / Vai minha tristeza 

la realtà è che senza di lei

Non c’è pace non c’è bellezza

C’è solo tristezza 

E la malinconia che non mi abbandona

Non mi abbandona no 

Ma se tornerà, se tornerà, 

che bella cosa, che pazzia

 Ed ora rieccoci al nostro “august blues” che non può essere meglio definito se non con quel saudade di cui sopra, anche se nel nostro caso si tratta di un malessere stagionale più che di uno stato esistenziale. Tuttavia la sensazione di malinconia, senso di perdita, inadeguatezza, rimpianto è simile.

Leggo sul blog HUFFPOST un articolo di Ilaria Betti che a tal proposito scrive:

“Per alcuni, questo mese può essere davvero uno dei più difficili da vivere, a causa di ansia e tensioni, talvolta inspiegabili. Eppure una spiegazione a quella strana malinconia c’è: secondo Stephen Ferrando, direttore di psichiatria al Westchester Medical Center, il cosiddetto “august blues” è simile al “sunday blues”, ovvero alla tristezza della domenica sera, sperimentata alla fine del weekend e prima dell’inizio di una nuova settimana. La differenza, però, è che il malessere di agosto dura un mese intero.

Il sito “Science of Us” ha indagato intorno alla questione, riportando una serie di opinioni sull’argomento. Secondo Ferrando, il lato negativo della “malinconia di agosto”, oltre alla durata, risiede nel fatto che quest’ultima sarebbe in grado di cogliere tutti, sia gli amanti dell’estate, sia quelli che, in genere, non la sopportano e che non vedono l’ora che finisca”.

“L’ansia per la fine dell’estate e la tensione per l’inizio di un nuovo anno, rappresentato dal tanto temuto mese di settembre, sarebbe comune ad ogni età”.

 L’articolo continua con un’analisi sui sintomi quali stanchezza eccessiva, ipersonnia, iperfagia che è bene tenere sotto controllo. Quindi è bene essere più indulgenti con se stessi durante il mese di agosto, sfruttandone il benefico relax in vista dei mesi futuri e accantonando quel senso di colpa per quello stato di pausa dal lavoro che il mese comporta.

Bene, ed ora mi piace chiudere questo mio articolo che ha toccato alcuni aspetti della malinconia a volte inspiegabile, ma con cui spesso dobbiamo convivere, con una frase che ho letto da qualche parte ma che trovo illuminante per cui ringrazio l’ignoto autore:

“ La saudade è il punto di incontro fra l’allegria del ricordo e la tristezza dell’assenza

E con questo non mi resta che augurare a tutti un fine agosto pieno di saudade.

 

Anna Bruna Gigliotti

 

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