Mentre il bianco è il colore che nasce dall’unione di tutti i colori nel prisma luminoso, IL NERO, opposto del bianco, rifugge dalla luce ed è la composizione di tutti i colori nella materia, quando cioè si uniscono tutti i pigmenti che compongono la materia “colore”.
Fin dal tempo degli antichi alchimisti, l’inizio di ogni “Grande opera”, quella che doveva condurre alla trasformazione della materia nella pietra d’oro, ovvero la pietra filosofale, è detta Nigredo o pietra al nero, in cui tutte le sostanze, come prima operazione devono unirsi, mescolarsi, fondersi.
Il nero simbolicamente corrisponde al “fondo”.
-Per risalire bisogna toccare il fondo-, dice un motto proverbiale.
Questo atavico sentire ha probabilmente portato l’uomo occidentale ad avere una inconscia paura del “nero” ma dimentica che proprio dalla “nigredo” nasce la saggezza, la conoscenza, la sapienza, ovvero la storia dell’uomo sulla terra, quando non è che una materia informe.
Prima che fosse la Luce, ci fu il buio.
Agli inizi c’era il Caos che generò la Notte e dalla Notte nacquero il sonno e i sogni. Nella cabala, sognare il colore nero è sognare l’angoscia- il dolore- il pessimismo, ma soprattutto il proprio io più profondo. Sono sogni, questi che andrebbero ascoltati per indagare sulla vita al fine di migliorarla.
A Saturno, il pianeta lento che soprintende al segno del Capricorno, vengono associate le pietre nere:
Onice nero: una leggenda dice che l’Universo sia nato dall’’esplosione di una piccolissima pietra di onice- l’Opale, la Tormalina nera, l’Ematite– cosiddetta pietra del coraggio, che portata in tasca, sembra aiuti ad affrontare le difficoltà temute. Le pietre laviche di profondo colore nero, portano in sè la magia del fuoco del magma una volta raffreddato, sono quindi usate in cristalloterapia, perchè sembra che fortifichino ossa e spirito. Per questa ragione è consigliabile, avendo problemi di questo tipo, indossare un monile di queste pietre.
I test sulla psicologia del colore, invece, dicono che chi indossa abiti neri non vive un buon rapporto con se stesso o con gli altri senza manifestarlo apertamente. Diverso invece, è il significato degli abiti sacerdotali, dove indica l’annullamento di ogni pulsione. E’ il colore di ogni rifiuto quindi, ma per il dualismo dei colori, anche della aggressività, della ribellione e della passività.
Nel “500 gentiluomini e nobili si facevano ritrarre in abiti neri volendo indicare che preferivano con questo, in modo spesso incoerente, i beni dell’intelletto dove il nero era la pace, la quiete dell’anima, mentre i colori erano i piaceri della materia.
Indossato da una persona depressa, deprime ancora di più ma per le strane ambivalenze del colore, è anche l’eleganza della sera importante e largamente usato quando ciò che si fa, richiede autorevolezza e discrezione.
Il nero ha anche grandi valenze erotiche rappresentando la ricerca del piacere attraverso i misteri dell’eros, e lo stesso mistero che avvolge il colore nero, deriva dalle ombre che sono l’immagine innafferabile di un corpo, è quindi ciò che ci calamita verso l’ignoto, simbolo di ciò che non conosciamo.
E’ da sempre associato alle tenebre, al buio, all’ombra, all’assenza, al vuoto – E’ per questo, usato nei paramenti funebri dove il nero rappresenta il mondo oscuro in cui andrà il defunto.
E’ inoltre il colore della magia infernale, frequentata da sedicenti maghi dell’oltre sconosciuto.
Gli antichi greci lo associavano al mondo degli inferi mentre invece per l’aspetto dualistico anche di questo colore, ricordiamo che tutti i colori possiedono intrinseche doti positive e negative, gli antichi egizi lo ritenevano il simbolo della rinascita, della resurrezione, della più alta autorità, del raggiungimento di uno scopo.
In pittura lo si usa per addensare o scurire i vari colori. Picasso lo usa per la sua denuncia con Guernica, Caravaggio in contrapposizione alla luce per meglio esaltarla, Cezanne nella ricerca inconsapevole e disperata del volume sulla tela, Escher per le sue incisioni metamorfiche, il già citato in altra occasione Malevich, col suo quadrato nero, ma c’è anche chi come De Chirico, sostiene che i quadri debbano essere appesi su pareti nere, perchè solo così i colori potranno sortire sullo spettatore il massimo della suggestione.
Finisce qui la mia esplorazione, certamente non esaustiva, dei colori principali, perchè se dovessimo guardare alle infinite sfumature di colore di cui siamo circondati, non basterebbero pagine e pagine, ma può darsi che un giorno riprenda l’arcobaleno, quello che si nasconde dietro ai monti o in fondo al mare, ed allora potranno nascere il magenta, tutti i grigi, i bruni, il carminio, l’oro, l’argento , il turchese, il cinabro….
Nadia Farina
(Nella foto -NIGREDO- Opera di Nadia Farina)