Gio. Nov 21st, 2024

Narrant Priamum supplici voce ita coepisse orare: 

“Memento patris tui Pelei, divine Achilles!

Vi chiederete perché io citi alcuni versi dell’Iliade relativi all’episodio dell’arrivo di Priamo, in piena notte, alla tenda di Achille, l’eroe greco che aveva massacrato suo figlio Ettore, con l’intento di poter riavere il suo corpo per dargli degna sepoltura.

Perché ogni volta che un vecchio degno di rispetto per la sua figura di uomo e di intellettuale parla, io non posso fare a meno che accomunarlo a quel re troiano che in nome della pietas riuscì a piegare la volontà di vendetta del più grande e divino guerriero greco.

Perché le parole di un uomo colto e saggio in qualche modo incidono sugli eventi. Lasciano tracce indelebili. Il vecchio intellettuale in questione è Andrea Camilleri che si è spento il 17 luglio a Roma ed è stato sepolto, secondo la sua volontà, al Cimitero Acattolico, che accoglie tantissime personalità illustri non cattolici. Il cimitero si trova in Via Caio Cestio 6, nel Rione di Testaccio a Roma. Quest’area del cimitero fu scelta dai signori non cattolici verso la fine del 1600 e adibita a luogo di sepoltura. I signori laici avevano scelto questo luogo per evitare l’onta di essere sepolti insieme a prostitute e peccatori per non essere cristiani. Le sepolture cominciarono ad essere segnalate solo dopo la metà del ’700. Nel cimitero acattolico di Roma nel corso dei secoli vennero sepolte molte personalità importanti, principalmente protestanti stranieri deceduti in Italia, tra cui grandi scrittori come John Keats. Il poeta è sepolto in questo luogo per sua volontà, perché lo riteneva il punto più bello dove riposare. Sulla sua tomba non è riportato il suo nome, ma il celebre epitaffio:

«This grave contains all that was mortal, of a YOUNG ENGLISH POET, who on his death bed, in the bitterness of his heart, at the malicious power of his enemies, desired these words to be engraven on his tombstone: Here lies one whose name was writ in water» (“Questa tomba contiene i resti mortali di un un giovane poeta inglese che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”)

Ma oltre a lui vi sono sepolti il poeta e scrittore britannico Percy Bysshe Shelley; Antonio Gramsci che venne sepolto qui, sebbene fosse battezzato, perché sposato con una donna russa, oltre che per la sua laicità successiva; lo scrittore Carlo Emilio Gadda; la scrittrice Luce d’Eramo che è qui dal 2001, anno della sua morte.

Ho citato i versi dell’Iliade anche per il grande amore del Camilleri per la cultura classica.

Infatti Il 15 luglio lo scrittore era atteso sul palco delle antiche Terme di Caracalla in una serata speciale di teatro con con “L’autodifesa di Caino”. Lo spettacolo seguiva il successo di “Conversazione su Tiresia” da lui scritto e interpretato al Teatro Greco di Siracusa nel 2018 e divenuto un film diretto da Roberto Andò e Stefano Vicario.

Regista, sceneggiatore, autore teatrale e televisivo delle più conosciute produzioni poliziesche della tv italiana, dal tenente Sheridan a Maigret, Camilleri è nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. E nella sua Sicilia ha ambientato la fortunatissima serie del commissario Montalbano. Il nome del commissario è un omaggio a uno degli scrittori più amati da Camilleri: Manuel Vazquez Montalban.

Fenomeno letterario davvero unico e inimitabile, Andrea Camilleri, morto a 93 anni, è diventato autore di bestseller a oltre 70 anni. Il successo è arrivato in tarda età.

Il vero balzo mediatico si è realizzato nel 1996 quando Maurizio Costanzo, in una puntata della sua trasmissione, ha invitato a comprare “Il ladro di merendine” impegnandosi a restituire i soldi se il libro non fosse piaciuto. Da allora non si è più fermata la fortuna del commissario: colto, gran lettore di romanzi, ghiotto, fidanzato con Livia e che è entrato nell’immaginario collettivo grazie all’interpretazione di Luca Zingaretti. Il linguaggio del commissario è ricco di sicilianismi non tipici della sola zona di Agrigento, ma di tutta la Sicilia . Ci sono parole che ricorrono più di altre e ormai a noi tutti familiari , quali: cabasisi, camurria,ammazzatina, Montalbano sono, contare la mezza missa.

E come non riportare quei “Subbito subbitissimamente” o “di persona personalmente” del poliziotto centralinista Catarella.

Voglio citare alcuni dei libri del Camilleri che ho letto, godendo di quella sua particolarissima lingua: Il cuoco di Alcyon, Gli arancini di Montalbano, La gita a Tindari, La voce del violino. E questi sono solo alcuni titoli dei trenta libri scritti dal nostro autore ed editi dalla Sellerio.

Mi sono divertita a cercare alcune frasi tratte dai suo libri ed eccole qui di seguito:

Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre (Un mese con Montalbano)

È un gioco tinto, quello dei ricordi, nel quale finisci sempre col perdere (da L’odore della notte)

Che paìsi era quello indove un ministro che era stato ’n carrica ’na vota aviva ditto che con la mafia bisognava convivere? (da Una voce di notte)

Montalbano si commosse. Quella era l’amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull’intuìto: uno a un amico non ha bisogno di domadare, è l’altro che autonomamente capisce e agisce di consequenzia” (da Il ladro di merendine)

Era l’insonnia della vecchiaia, quella che notte dopo notte ti condanna a stare vigliante, a letto o in poltrona, a ripassarti la tua vita minuto per minuto, a ripatirla sgranandola come i grani di un rosario” (da La Paura di Montalbano)

Tutti gli arancini s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d’oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta (da Gli arancini di Montalbano).

Scicli, Ragusa, Modica, Ispica, Comiso, Vittoria e Puntasecca con il ristorantino Enzo a mare e la meravigliosa terrazza della casa di Vigata, nome immaginario, del commissario Montalbano, alias Luca Zingaretti, sono i luoghi più importanti della fiction tratta dai romanzi di Camilleri.

Ma Camilleri nei suoi racconti ci ha regalato luoghi e cultura siciliana e tanta tanta cucina.

E allora vorrei finire questo mio articolo con una ricetta di un piatto tipico della gastronomia siciliana, o per meglio dire, della tradizione della famiglia dello stesso Autore che è poi diventato il piatto preferito di Salvo Montalbano, preparato dalla “cammarera” Adelina.

Era la pasta preferita che la madre di Camilleri gli preparava sempre da bambino:

la pasta ‘ncasciata (pasta al forno con le melanzane il cui nome probabilmente deriva da cacio oppure da coccio, materiale della pentola in cui anticamente si metteva a cuocere la pasta):

Ingredienti: 500 gr di pasta corta tipo maccheroni o sedani rigati, 200 gr. caciocavallo fresco; 200 gr. di carne tritata; 50 gr. di mortadella o prosciutto; 2 uova sode; 4 melanzane; 100 gr. di pecorino grattugiato; salsa di pomodoro; mezzo bicchiere di vino bianco; basilico; olio; sale e pepe.

Per fare la pasta ‘ncasciata di Montalbano, per prima cosa lavate e affettate le melanzane. Spolveratele con del sale grosso. Ponetele in uno scolapasta e lasciatele per un’ora a perdere l’acqua. Dopodiché sciacquatele sotto l’acqua e poi tamponatele con uno strofinaccio. Friggetele in una padella con abbondante olio extravergine di oliva, quindi scolatele e fatele riposare su un piatto ricoperto da carta assorbente, perché perdano l’olio in eccesso. Lessate la pasta , scolatela al dente e conditela in una zuppiera con la salsa di pomodoro. In una teglia unta e spolverata di pangrattato si versa la pasta e la si alterna a strati con la carne tritata, le melanzane fritte, il formaggio grattugiato, il basilico, le uova sode, il prosciutto o la mortadella tagliati a dadini o a fettine. Si finisce con uno strato di melanzane, ragù e molto caciocavallo.

Passate la pasta ‘ncasciata di Montalbano al forno caldo per circa 20 minuti. Il formaggio, sciogliendosi, formerà una leggera crosta dorata.

E…assolutissimo assolutissimamente buon appetito a tutti in onore di Andrea Camilleri.

Anna Bruna Gigliotti

 

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