Piacere: sensazione gradevole derivante dalla soddisfazione dei sensi, dell’intelletto.
-Il piacere-.
No, questa non sarà un articolo sulla magnifica opera di D’Annunzio.
Sarebbe bello, ma non sarà questa la via che percorreremo.
In realtà più che di piacere parleremo di “mi piace”.
Sì, avete capito bene, intendo proprio quel malefico tastino sdoganato dal social network blu.
Una volta si usava tra amici (veri e virtuali) per sottolineare il proprio apprezzamento per una foto, una frase, uno stato d’animo.
Ma oggi…
Tutti scrittori, tutti artisti, tutti allenatori, tutti opinionisti.
Prima le “cliccate” erano spontanee, erano vere, ne bastavano un paio al giorno e tutti erano contenti.
Oggi no, non va più così.
Richieste d’amicizia sparate a profusione e richiesta istantanea di “piacizzare” (che brutta parola, mi sa che se la gioca con petaloso…) pagine su pagine…
Le più disparate: dal libro capolavoro (così almeno lo definisce chi l’ha scritto) alla sagra della ciambella glassata con il grasso di tre animali, due dei quali estinti.
Tutta questa fatica per che cosa?
Il famoso quarto d’ora di fama di Warhol?
Ma va, ormai sul web si va così di fretta che se il tutto dura quindici secondi è grasso che cola. Sempre il grasso degli animali estinti di poco fa…
Purtroppo tendiamo a far durare mode inutili e ci lasciamo sfuggire ciò che è davvero importante.
Siamo talmente frustrati e disillusi da violentarci e accontentarci di un tastino cliccato il più delle volte per mettere a tacere quella richiesta pressante?
Io non lo voglio credere e so che qualcuno s’impegnerà per far breccia nel cuore della gente con una parola, un’emozione, un’immagine.
Non con una richiesta a freddo. Anzi, gelata.
Il gelo dell’egoismo.
Roberto Baldini