I dati riportati nel 2018 in merito alla diffusione del contagio della West Nile Virus (Febbre del Nilo) sono piuttosto inquietanti. Le città più a rischio sono quelle ubicate nella Pianura Padana.
I casi umani confermati dal sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi in Italia, sono 544 di cui 216 hanno manifestato una compromissione neurovegetativa e 39 persone, purtroppo, sono decedute. Se pensiamo che i morti per complicanze dovute al morbillo in Italia sono stati 8 per tutto il 2018, possiamo facilmente comprendere che ci troviamo davanti a un problema sanitario che non possiamo più sottovalutare. Ma non è tutto. I 216 casi gravi accertati nel 2018 in Italia raggiungono un numero quasi equivalente (leggermente inferiore ma non di molto) alla registrazione storica del totale dei contagi avvenuti negli ultimi due secoli o quanto meno da quando il virus è tornato a visitare le nostre latitudini.
Ma come si trasmette la West Nile Virus? La Febbre del Nilo è provocata da un virus che appartiene alla famiglia dei Flaviviridae; il contagio all’uomo si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzara, in quanto questo insetto ne rappresenta il serbatoio. Una culicidae, per poter trasmettere il virus, deve aver indispensabilmente succhiato del sangue infetto o ad un altro ossere umano contagiato oppure ad un uccello infettato (cornacchie, corvi, piccioni, gazze) in caso contrario, la contaminazione non è possibile.
Le raccomandazioni per impedire la propagazione del virus qundi sono legate al contenimento numerico delle zanzare e questo può avvenire in vari modi.
Una raccomandazione frequente è quella di evitare la formazione di raccolte d’acqua stagnante che costituiscono i luoghi in cui l’insetto si riproduce. Inoltre è molto utile utilizzare prodotti larvicidi non solo chimici (anche candeggina, fili di rame e olio, possono agire come deterrente in posti -come gli scoli dei condizionatori- in cui è praticamente impossibile evitare la condensa). Anche l’uso di creme repellenti e l’utilizzo di zanzariere possono essere accorgimenti utili per prevenire il contagio del virus, piccole attenzioni che tutti possiamo facilmente prestare. Ogni cittadino attraverso questi piccoli accorgimenti può contribuire a impedire la diffusione incontrollata delle zanzare e la relativa propagazione della Febbre del Nilo, ma anche le Istituzioni devono fare la loro parte. Ospedali, Case di riposo, Centri per disabili, fontane, luoghi pubblici in cui i bambini giocano, devono essere monitorati e bonificati in più cicli altrimenti un rischio di un contagio diffuso diventa un pericolo concreto.
Spero vivamente che questo articolo possa aiutarci a riflettere e a spronarci a fare la nostra parte affinché la Febbre del Nilo non possa più nuocere o quanto meno farlo in meno possibile.
Nel prossimo autunno scriverò un altro articolo in merito a questo tema e pertanto spero vivamente che quel giorno potrò estrapolare dati confortanti e non preoccupanti. Non vorrei mai che il virus della West Nile Virus nell’estate 2019 fosse responsabile di un numero di decessi superiori a quello dello scorso anno anche perché, come abbiamo potuto constatare, se tutti facciamo la nostra parte questa malattia può essere contenuta e chissà, magari con un po’ di fortuna, anche debellata.
Antimo Pappadia