Dom. Nov 24th, 2024

Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.

Molti di voi ricorderanno che questi splendidi versi appartengono alla poesia di Peter Handke e vengono recitati all’inizio del film del 1987 “ Il cielo sopra Berlino” del regista Wim Wenders.

E proprio i bambini saranno gli unici che, nel film, con gli occhi dell’innocenza, riusciranno a vedere gli angeli.  Questa poesia, insieme al film stesso, è stata in parte ispirata alle poesie di Rainer Maria Rilke, considerato uno dei più grandi poeti di lingua tedesca del XX secolo.

Come ebbe a dire lo stesso Wenders: gli angeli vivono nelle poesie di Rilke.

Nel film un angelo, che vive da sempre a Berlino, vede il mondo in bianco e nero. 

La scelta di diventare umano, anche per amore della bella trapezista Marion, gli permetterà di provare, attraverso i sensi, il dolore, il calore e di scoprire che la realtà è a colori. Per rendere meglio i due diversi punti di vista, quello degli angeli e quello degli esseri umani, alcune scene sono in bianco e nero e alcune a colori. Scelta davvero originale che risultò vincente .

Il cielo sopra Berlino venne girato nei luoghi più significativi della città come la piazza della Repubblica e la Biblioteca di Stato e non con poche difficoltà. Allora c’era ancora il muro tra Berlino Est e Ovest e quel confine era off limits tanto che si dovettero ricostruirne 150 metri in studio. Fatica alla fine premiata.

Il film vinse la Palma d’Oro per la miglior regia a Cannes.

Aprire l’articolo con i versi iniziali della poesia, è solo un mio modesto omaggio all’attore Bruno Ganz, l’angelo Damiel del film, morto recentemente, lo scorso 16 febbraio.

L’attore svizzero aveva 77 anni ed era uno dei volti più noti del cinema tedesco.

Ha interpretato molti personaggi tra cui Adolf Hitler nel film “La caduta”,di Oliver Hirschbiegel, Tiziano Terzani in “La fine è il mio inizio” del regista Jo Baier. Nelle sue ultime interpretazioni è stato il nonno di Heidi,”Più dolce del cioccolato svizzero e più famosa delle nostre banche” come ha detto lo stesso Ganz, nell’omonimo film del regista Alain Gsponer.   Bruno Ganz è stato anche un grandissimo attore teatrale, noto per le sue eccelse doti di sapersi calare nei personaggi con naturalezza e semplicità. Il suo apprendistato teatrale iniziò nel ’62 e nel 1970 fondò insieme al regista Peter Stein e ad alcuni grandi attori la mitica Schaubuhne am Halleschen Ufer a Berlino, che sarebbe diventata la più importante compagnia di teatro europea e anche uno dei migliori teatri.

Non posso però non menzionare il film del 1999, “ Pane e tulipani”, di Silvio Soldini, dove Ganz ha recitato nel ruolo del protagonista Fernando Girasole insieme ad una bravissima Licia Maglietta.

Si dice che Bruno Ganz, leggendo il copione, sia rimasto particolarmente colpito dal lessico usato dal protagonista: curioso, aulico un po’ demodé . Infatti Ferdinando è uno strano signore di origini islandesi che fa il cameriere a Venezia ed è un appassionato di poesia e un cultore dell’Orlando Furioso.

Nella stessa città arriverà Rosalba, una casalinga di Pescara, dimenticata in un autogrill durante una gita turistica in pullman. La donna deciderà di tornare a casa da sola, ma per errore si troverà a Venezia dove alla fine vorrà restare. I due, Fernando e Rosalba, si incontreranno e la loro vita cambierà per sempre. Intorno a loro una giostra di personaggi a tratti surreali, a tratti di un realismo commovente, della migliore commedia all’italiana: poetico, raffinato e impegnato.

Il film nel 2000 ha meritato  ben nove David di Donatello. Uno per l’appunto a Bruno Ganz come migliore attore protagonista.

A questo punto voglio terminare l’articolo con un grazie a Bruno Ganz. Grazie per averci regalato momenti di sogno e di magia…

di angeli e di tulipani.

 

 

Anna Bruna Gigliotti

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