www.lintelligente.it è un quindicinale strutturato sul volontariato . Il giornale ha la finalità di diffondere l’interesse per la cultura in tutte le sue manifestazioni e si impegna affinché le idee possano circolare liberamente senza limiti se non quello di rispettare il punto di vista altrui. Pertanto il lettore, qualora fosse incuriosito a conoscere un parere differente, è invitato a leggere il “pezzo” del nostro readattore Gianfranco Domizi nella rubrica “L’evoluzione della specie” (Antimo Pappadia)
“Sono un italiano, un italiano vero” cantava Toto Cotugno, che fu beffeggiato dal ghota dei giornalisti, dai critici più evoluti intellettualmente. “Perdere l’amore” cantava Massiomo Ranieri e un critico di quelli che sono cresciuti con il festival disse “ ma come si fa a scrivere: Perdere l’amore quando tra i capelli un pò d’argento li colora.. – ed aggiunse “ Una canzone che non esiste- ridicola ”. Se mai dovesse leggerci si riconoscerà.. Inutile sottolineare che sono solo due tra le centinaia di canzoni del festival che sono rimaste nella mente e nel cuore degli italiani e non solo.
Fausto Papetti il giorno dopo il Festival faceva suonare alla sua orchestra tutti i pezzi, che venivano riproposti senza voci, solo musicalmente. E adesso? “La musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile serata”, cantava Ornella Vanoni…
Questo è quello che il festival lascia, l’amaro in bocca, la sensazione di aver buttato via il tempo, di averlo sottratto al riposo. Poi, rifletto, e ripenso a quando i giovani degli anni sessanta battagliavano con i genitori o i parenti di una certa età per difendere gusti musicali inaccettabili da loro- “ Io sono un uomo, un uomo vivo” , cantava Gino Paoli, con una faccia mesta che di più non si può , con gli occhi coperti da occhiali scuri cerchiati di nero…E una Mina scatenata che urlava “Nessuno. Ti giuro nessuno…
Ad ogni tempo, i suoi miti , la sua musica… appunto, ma musica!
In questo Festival di tanta poesia e prosa raccontata con due note in sottofondo, ci fossero almeno! la musica è andata in esilio. Aveva ragione Elio della Storie tese a cantare la canzone mononota. Ci siamo in pieno.
Forse che questo festival non è più il festival della canzone ma una fiera dove si portano le ultime novità.. una vetrina insomma, dei gusti musicali del mondo giovane. Il problema è che i giovani sono sempre meno E senza voler essere nostalgici a tutti i costi, è bello poter cantare sotto la doccia un ritornello che dà avvio alla giornata. I critici, per snobismo , per adeguatezza ai giovani, per falso o vero intellettualismo, premiano l’impremiabile ( un parere del tutto personale) poi vorrei sentirli cantare una sola delle canzoni presentate. Ma tant’è- E poi ci sono i poeti come Cristicchi, che non puoi criticare tanto è bravo, tanto è meravigliosamente profondo, ma che col festival c’entra poco o niente.
Se avessero cambiato il titolo al Festival: Festival di Sanremo, semplicemente e non Festival della canzone italiana, non ci sarebbe neanche da commentare.
E adesso, se Dio vuole, al prossimo Festival che scrivendo l’ho compreso, è solo lo specchio dei tempi.! Ma prima una preghiera: Musica e melodia non andate via.. Tornate ogni tanto, c’è posto anche per voi,.. C’è ancora posto per chi vuole cantarvi sotto la doccia e non struggersi soltanto.
Nadia Farina