Rialzare.
Una parola semplice.
Semplice da capire, semplice da utilizzare.
Rialzarsi.
Ecco, la parola è quasi uguale.
Però, quelle ultime lettere cambiate, là in fondo…
Facile dare consigli, salire sullo sgabello traballante e parlare per poi scendere prima che tutto crolli, evitando figure barbine e voltando le spalle agli altri.
E se ciò capitasse a noi?
Leggiamo spesso di storie drammatiche, vere o inventate per il cinema o l’editoria però, alla parola fine, il nostro mondo torna esattamente come prima.
E se fosse proprio il nostro, di mondo a collassare?
Quello che vediamo ogni mattina, guardando fuori dalla finestra.
Quello che ci viene incontro quando andiamo a scuola, a lavorare, a divertirci.
Riusciremmo a trovare le parole che tanto spesso usiamo per consolare chi amiamo?
Le troveremmo così efficaci, utili?
Le vedremmo davvero come una mano tesa che ci aiuterà a rialzarci in ogni momento?
Troppe volte, purtroppo, lo sconforto ha la vittoria in pugno e così perdiamo l’occasione di dimostrare quanto valiamo, chi siamo davvero.
O, semplicemente, di essere felici.
Lazzaro è riuscito a rialzarsi, a venir fuori da quello che sembrava il suo destino.
Lazzaro è un esempio, è l’esempio.
La forza di lottare, di dimostrare, di dire che ci siamo.
Certo, se fosse facile lo faremmo tutti ma nessuno ci farebbe caso perché sarebbe la normalità, per non dire la banalità.
La strada tortuosa al posto di quella dritta, la lunga invece di quella breve, il livello di difficoltà massimo al posto di tutti gli aiuti possibili.
Se ci fanno vincere il gusto ci perde, se vinciamo contro tutto e tutti andremo a letto con il sorriso. E ci sveglieremo con il trionfo.
Lazzaro, chi dice che la tua è solo una storiella, non ha voglia di lottare.
Dimostragli che si sbaglia.
E lo faremo anche noi…
Roberto Baldini