Deposti ormai la falce ed il martello,
insieme con l’incudine e la zappa,
l’inutile poeta ve le rappa *,
poi esce a passeggiare col cappello.
E andando in compagnia d’un vecchio cane
per un’oretta il mondo si fa bello,
l’ossimoro richiede un acquerello
che mescoli l’amore col letame.
Riapro le credenze ed il salame,
che servirò col vino alla compagna.
Il grazie va a chi legge, poi se magna ** …
… e un anno più felice per chi ha fame.
*“Ve le canta”, adoperando la poesia, o anche il rap
** Slang romano, come il vostro poeta-rapper
Gianfranco Domizi