Gio. Nov 21st, 2024

Leggere è un modo per acculturarsi, certo.

Molte persone, però, usano questo mezzo per estraniarsi, per viaggiare senza muoversi (Dune docet), per conoscere cose nuove che però, al tempo stesso, le facciano sentire a loro agio, come vecchi amici.

Sembra un paradosso, eppure vogliamo leggere di cose nuove ma anche (un poco) note.

Immaginiamo un classico giallo, un caso di omicidio che ci tenga sulle spine fino all’ultima pagina.

Dove lo ambientereste?

Scommetto che molti di voi pensano alle strade buie di New York o alla soleggiata Los Angeles.

Magari qualcuno ha immaginato la sfavillante Tokyo o l’affascinante Praga, città colma di mistero, ideale per atmosfere surreali.

Qualcuno di voi ha pensato a un’ambientazione un poco più vicina a noi, magari proprio la propria città, il proprio paese?

Sì, quell’insieme di poche, sparute case, dove magari non ci sono nemmeno le scuole medie, figuriamoci un aeroporto internazionale adibito a traffici di droga o strade a più corsie per inseguimenti mozzafiato su macchine più veloci del pensiero.

Certo, prendere in mano un libro e leggere un titolo come “Folle omicidio a Washington” o “La donna di Londra” fa più effetto di “Folle omicidio a Mirandola” o “La donna di Reggiolo”

Però…

Io sono convinto che non ci sia un’idea giusta o sbagliata, l’ambientazione estera (esotica?) non è necessaria per una storia incisiva.

A volte basta una penna sincera e schietta per catapultarci in un mondo nostro ma anche nuovo.

Un esempio?

Prendiamo i libri di Gabriella Genisi, nello specifico “La circonferenza delle arance”, la prima storia dell’affascinante Commissaria Lolita Lobosco.

Lo scenario è quello di Bari, città magnifica (se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari…) che però non è in cima alla lista di metropoli nelle quali vorremmo fosse ambientata la storia che ci accingiamo a leggere. O nella quale ambienteremmo la nostra…

Eppure… quello stile fresco, quelle descrizioni minuziose ma mai noiose, quelle parole in dialetto comprensibili senza le note in fondo alla pagina, quei colori che Gabriella descrive così appassionatamente, quei profumi…

Il profumo di una focaccia, di un primo piatto, perfino della verdura fresca.

Non è una storia ambientata a Bari, è Bari stessa che si palesa di fronte a noi e c incita a esplorarla, come una vecchia amica. O un’amante seducente.

Sapete una cosa? Penso che, a volte, la miglior realtà rispecchi la nostra più intima fantasia.

Tutto sta nel trovare qualcuno che ce la faccia vedere come vorremmo fosse…

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *