La crisi economica non condiziona solo il nostro tenore di vita, ma plasma inevitabilmente anche il comportamento individuale e sociale di ognuno di noi. Nei periodi storici in cui un Paese è in crescita le persone sono parecchio disponibili, hanno maggiore inclinazione al sacrificio e soprattutto sono più generose. Nei periodi di crisi invece, ci si inaridisce e l’ansia che alimenta le nostre nevrosi ci fa chiudere in noi stessi e ci rende avari. So che non è facile crederci, ma l’inclinazione ad essere generosi o tirchi condiziona l’economia incidendo significativamente perfino sul PIL.
Frank Tipler, fisico statunitense autore della controversa teoria del punto Omega e di diversi saggi, tra cui il noto volume dal titolo “La fisica dell’immortalità”, dimostra, attraverso complesse formule matematiche, che a parità di condizioni, la generosità in economia premia molto di più dell’avarizia. Ecco un semplice esempio. Quando un datore di lavoro dà spontaneamente un incentivo economico ad un suo dipendente è statisticamente provato e documentato che quest’ultimo, attraverso una maggiore produttività, restituisce all’azienda un incremento finanziario che va ben oltre il premio ricevuto. Frak Tipler però, non è il solo a pensarla così.
Gary Becker, economista statunitense, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 1992, negli anni novanta sottolineò due concetti importanti che oggi vengono troppo spesso sottovalutati. In primis (a differenza del nostro ex Ministro dell’Economia Tremonti) ha sempre sostenuto che l’istruzione e la cultura pagano, anzi, ritiene addirittura che la conoscenza in generale sia il principale comburente per il PIL di un Paese; il secondo concetto risiede nella convinzione che lo sviluppo sociale ed economico di ogni Stato sia inscindibilmente legato proprio all’elemento generosità. -La produttività e il conseguente benessere individuale e collettivo-, afferma Becker, -sono sempre condizionati dall’intelligenza emotiva, che di fatto rappresenta la vera pulsione che ci spinge verso ogni forma autentica di generosità-.
Pertanto, anche se mi rendo perfettamente conto che da una così breve analisi è praticamente impossibile dedurre concetti empirici strutturati, sono convinto che i lavori di Tipler e soprattutto i concetti di Becker qualche spunto di riflessione possano suggerirlo. Infatti, l’economia sociale può ritrovarsi all’interno di circoli viziosi o virtuosi spinti proprio dall’orientamento magnanimo o avido della collettività. Ad esempio la logica del profitto, basato sullo sfruttamento di chi non è nelle condizioni di opporsi o di scegliere diversamente, non favorisce lo sviluppo reale delle componenti lavorative coinvolte. Invece, la generosità autentica, come ho personalmente anche asserito nel mio saggio dal titolo “L’Equilibrio” (2007), resta un elemento da cui lo sviluppo sociale, la crescita produttiva e il benessere individuale non possono assolutamente prescindere.
La generosità paga. Se la collettività interiorizzasse tale concetto, ad avviso mio e di molti economisti, potremmo tutti trarre dei grossi vantaggi economici e non solo…
Antimo Pappadia