Metti un sabato pomeriggio in libreria.
Metti una libreria a Verona.
Metti una scrittrice col suo libro.
Metti una scrittrice un sabato pomeriggio a Verona in libreria col suo libro.
Metti che la libreria sia Jolly del libro e che la scrittrice sia Flora Giordano, che il libro in questione sia “Toccando i tasti” e che a presentarla sia proprio io, Anna Bruna Gigliotti.
Ecco, queste sono le informazioni essenziali, ma di certo non bastano per permettere a chi non è stato presente, sabato 7 aprile, di cogliere la magia di quell’incontro tra pubblico e scrittrice.
Tra scaffali pieni di libri, mentre su un monitor scorrevano le immagini di una Napoli sonora, festosa, a tratti un po’ vintage, si è chiacchierato, letto, ascoltato, detto, raccontato.
Sì, ho detto Napoli perché proprio di Napoli si parla. Di una Napoli abbandonata, ma mai dimenticata da una famiglia emigrata negli anni 60 in una laboriosa città del nord.
I personaggi si muovono, intrecciano l’un con l’altro i loro giorni, i loro destini, la malinconia dolce e amara, la loro allegria. Si interrogano sulle loro sconfitte e sui loro trionfi. Piangono, ridono, si abbandonano e si ritrovano. Fieri e umanissimi.
Un libro nel libro: Né carne né pesce. A ricordare, a raccontare, come ci si sente, a volte, nel sangue e nel cuore. Lontani.
E poi una cornice, costruita intorno, in cui una Antonietta, giovane insegnante, nei panni scomodi di impiegata part time in un ufficio di annunci economici, scopre word e, toccando i tasti, comincia la sua avventura di neo scrittrice, dando inizio alla storia di Rosaria e della sua colorita e colorata famiglia di Né carne né pesce, appunto.
Ma Flora, Antonietta, Rosaria, sono la stessa persona? E’ stato chiesto un po’ ingenuamente alla scrittrice, che con molta naturalezza e quel suo sguardo azzurro da gatta sorniona, ha risposto confermando i nostri sospetti e svelando i giochi.
Come ci si sente, mi sono chiesta io stessa, a parlare di Sud e della sua nostalgia, ma soprattutto della difficoltà di sentirsi parte integrante di una nuova realtà, senza però tradire la propria origine, in una città del Nord come Verona?
Beh, o ci si odia o ci si ama.
Qui di certo, tra autori di tutto il mondo, ammiccanti e incoraggianti, ci si è amati senza condizioni.
Perché non scordiamoci che qui si è consumata la storia d’amore più bella al mondo. Quella di Giulietta e Romeo.
Qui due giovanissimi puri e innamorati hanno sfidato il destino con l’amore che non tollera differenze, ma le accoglie e le nega con un ossimoro di tutto rispetto.
Mi piacerebbe allora far pronunciare ad una Giulietta napoletana queste parole:
-Scuordate o’ nomme tuoie!-
A cui un Romeo veneto risponde:
-Ghe penso mi!-
Annabruna Gigliotti