Oggi, per la rubrica: “Autobiografia di un disagio” abbiamo scelto una storia che intrinsecamente porta avanti una battaglia informativa che www.lintelligente.it non vuole esimersi dal continuare a combattere, e cioè quella di sensibilizzare le persone in merito alla catastrofe ecologica e umana che da alcuni decenni sta coinvolgendo la Campania o meglio una parte della Campania denominata: “La Terra dei Fuochi”. In questa area geografica si muore troppo spesso prematuramente perché camorra e politica hanno, per decenni, fatto affari loschi smaltendo irregolarmente rifiuti speciali attraverso lo sversamento nel terreno di sostanze cancerogene provenienti da tutta Europa con la relativa contaminazione delle falde acquifere. Per non parlare poi del fatto che per oltre 30 anni le Istituzioni hanno chiuso un occhio (e a volte anche due), sugli innumerevoli falò cancerogeni quotidianamente accesi da delinquenti senza scrupoli pagati dalla camorra e col tacito accordo delle Istituzioni allo scopo di incenerire sostanze tossiche.
Dietro le mance, l’illegalità e i favori politici c’è tanta sofferenza e morte
Ecco la storia di: “Terra Dei Fuochi”, il nome che si dà la giovane mamma che, per ovvi motivi, preferisce restare anonima. Una delle tante, anzi, troppe vittime di una delle terre più martoriate d’Europa, una vicenda che ci fa comprendere praticamente cosa vuol dire per gli abitanti di questa terra il traffico illecito dei rifiuti
La mia storia è più importante di altre… La mia storia è più importante di altre perché non è solo la mia storia, ma è la storia di una parte del Paese. Qui si muore giovani e spesso si impara a conoscere la sofferenza alle stessa età in cui in altri posti si imparare a leggere e a scrivere. “La malattia” (così come la chiamano qui nella Terra dei Fuochi) non è una tragedia che ha colpito solo la mia bambina, ma una catastrofe umana. Qui si muore presto, ci si ammala da giovani, da piccoli… Qui la politica ha fatto affari con la camorra e insieme hanno avvelenato le nostre acque, contaminato le nostre terre, intossicato la nostra aria.
Io vivevo nella Campania felix quel tratto che ai tempi dei romani a sud si estendeva dalla città di Capua fino ai Campi Flegrei, ad est arrivava fino alle pendici del Vesuvio, a nord era cinto dalla catena Appenninica con l’antico vulcano spento di Roccamonfina, ad ovest si apriva sul mar Tirreno, includendo la fertile pianura del fiume Volturno. Qui ora non c’è più nulla di felice. Nella Campania un tempo detta Felix, si respira sofferenza, si annusa la paura, si tenta di sottrarsi alla morte.
Ho detto “Vivevo” perché mi sono trasferita a Roma dove c’è un ospedale, dicono, sia il migliore per la mia bambina.
Qui nessuno lo racconta, ma nella Terra dei Fuochi la gente muore presto, i bambini cadono come pere mature, basta guardare nei cimiteri per rendersi conto, ma come è possibile che la mia storia, quella di un popolo nessuno la conosce? Venite a visitare i nostri cimiteri, e vi rendete conta che la mia storia è più importante di altre storie perché racconta quella di un intero popolo
La mia bambina chiede aiuto, la mia bambina vuole sapere perché non può andare a scuola come le sue coetanee, la mia bambina è più importante di altre bambine perché non è la sola vittima, ma è una delle tante , delle troppe vittime. La mia bambina come tante altre bambine, forse non vedrà mai la vita adulta e per questo il mondo deve sapere di lei e chi ci ha avvelenti non può passarla liscia.
Terra dei fuochi