Nel numero 0 uscito il primo di settembre 2017, parlai di amore di coppia. In quell’occasione, descrissi diverse teorie prestando particolare attenzione al triangolo rappresentato dallo psicologo statunitense Robert Sternberg. Come spiegai già allora Sternberg ritiene che le componenti su cui poggia la vita sentimentale di una coppia siano tre e cioè passione, intimità e decisione-impegno.
Queste tre variabili rappresentate dai tre lati di un triangolo, in base alla loro combinazione, darebbero luogo alle diverse forme di amore. Per avere un amore completo, Robert Sternberg sostiene che siano indispensabili tutti e tre i lati del triangolo. Qui di seguito è possibile osservare le varie combinazioni descritte dallo psicologo statunitense.
Visto che delle varie forme di amore descritte ci siamo occupati già nel pezzo redatto il primo di settembre, in questo articolo mi piacerebbe dedicare un po’ di spazio alla componente -DECISIONE-IMPEGNO-, tentando di spiegare uno dei motivi per cui tante persone, pur innamorandosi diverse volte, non riescono mai a dare una svolta decisiva alla loro vita sentimentale, restando così sistematicamente deluse. Questi soggetti, a differenza di ciò che in genere si pensa, possono essere sia single, sia impegnati in relazioni istituzionalizzate. Senza entrare troppo nei particolari, è possibile osservare che, in linea generale, entrambe le categorie tendono a scegliere innanzitutto persone con cui hanno uno scarso grado di probabilità di far evolvere la loro storia in qualcosa di duraturo e, inoltre, non di rado arrivano a minare anche il rapporto. Attacchi di gelosia, pretese irrazionali, richieste poco obiettive sono all’ordine del giorno, inducendo così la persona “amata” a rivalutare la propria posizione nei confronti del partner. So che è difficile immaginarlo, ma la letteratura psicologica è ricca di casi in cui molte persone (sia uomini che donne), tendono a sposare partner fedeli e accondiscendenti in modo tale da poter vivere l’ebbrezza di amori extraconiugali e allo stesso tempo di ritrovare conforto e serenità ogni qualvolta termina il nuovo innamoramento.
In effetti l’infatuazione (come la neuropsichiatria ci insegna), nasce su di una base istintivo-biologica, mentre l’amore che si nutre di impegno, è razionale e, per quanto appagante possa risultare, è estremamente impegnativo ed esige gran senso di maturità. Insomma per dirla alla Sternberg, in chiave simil-manzoniana, -se uno l’impegno non ce l’ha, non se lo può dare-.
Una maggiore consapevolezza di questa condizione, potrebbe far star meglio, sia chi crede irrazionalmente di essere vittima, sia chi involontariamente potrebbe sentirsi carnefice.
Antimo Pappadia